Diritto all’immagine del minore e social network

Attenzione genitori, la pubblicazione delle immagini di un minore on line potrebbe costarvi cara.

La diffusione di internet e dei social media ha reso ancora più importante ed urgente la protezione dei minori e la tutela del loro diritto alla privacy ed all’immagine.

Sul tema vi sono stati e continuano ad esserci molti interventi normativi.

In particolare l’articolo 16 della Convenzione di New York sui Diritti del Fanciullo , recepita anche in Italia, stabilisce che “Nessun fanciullo sarà oggetto di interferenze arbitrarie o illegali nella sua vita privata, nella sua famiglia, nel suo domicilio o nella sua corrispondenza, e neppure di affronti illegali al suo onore e alla sua reputazione”.

Il diritto all’immagine è tutelato anche dalla nostra Costituzione in quanto diritto inviolabile ed assoluto, nonché a livello comunitario tramite il Regolamento UE in tema di Privacy.

Con diverse pronunce i Tribunali italiani hanno stabilito che la diffusione di immagini, video e fotografie di minori in rete, anche da parte di uno o entrambi i genitori, è da considerarsi una “interferenza” nella vita e nella privacy del minore stesso.

I genitori, pertanto, devono decidere concordemente e in modo attento se diffondere o meno le immagini del loro figlio/a, minore di 16 anni, in rete o sulle piattaforme social.

Ma cosa succede se un solo genitore, senza il consenso dell’altro, diffonde e pubblica in rete immagini del figlio/a minore?

Il genitore dissenziente potrebbe certamente adire l’autorità giudiziaria competente, non solo per chiedere la rimozione delle immagini del minore dalla rete, ma altresì per avanzare una richiesta di risarcimento danni nei confronti del genitore che ha diffuso le immagini.

In tal caso sarà il giudice a determinare una somma equivalente al danno subito o addirittura l’applicazione di una sanzione nel caso in cui il genitore continui a diffondere, senza consenso, le immagini del figlio on line.

Tale comportamento, infatti, è considerato una lesione del diritto inviolabile alla privacy legalmente punibile, come è successo ad una madre romana che si è vista applicare una pesante sanzione in quanto continuava imperterrita a diffondere le fotografie del figlio nonostante l’inibitoria del tribunale.