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Il tuo datore di lavoro ti stressa?

01
Ago, 2022

Hai diritto al risarcimento. Oggi parliamo di “straining”

Lavorare in condizioni di stress capita a molti ma ci sono situazioni in cui le condizioni di lavoro sono talmente ostili e nocive per il lavoratore da comportare un vero e proprio danno alla salute (ansia, attacchi di panico, depressione e senso di inadeguatezza, ecc).

Si pensi al caso del lavoratore costretto, dal datore o dal suo superiore, a mansioni dequalificanti, a continuo lavoro straordinario o ad operare in ambienti insalubri, vittima di atteggiamenti o parole umilianti, volgari o minacciose, o volutamente isolato dai colleghi e fatto oggetto di atteggiamenti sostanzialmente violenti e persecutori.

Si parla in questo caso di mobbing, parole ormai entrata nel linguaggio comune per definire i comportamenti abitualmente vessatori nei confronti del lavoratore.

Come noto, la condotta mobbizzante pur potendo essere di vario tipo, si caratterizza come una pluralità di atti continuativi aventi finalità persecutoria e con l’effetto di creare nella vittima una situazione di stress psicofisico talmente grave da generare un danno alla salute.

Possono tuttavia esserci situazioni in cui gli atteggiamenti frustranti nell’ambiente lavorativo non sono continuativi ma limitati nel numero e distanziati nel tempo, anche senza l’intenzione di perseguitare la vittima.

Sono condotte comunque ostili, ugualmente in grado di peggiorare in modo significativo la vita personale e lavorativa di chi le subisce ed inquadrabili giuridicamente come straining, ossia una forma di mobbing attenuata.

Anche lo straining, così come il mobbing, attribuisce alla vittima il diritto al risarcimento del danno subito sotto l’aspetto fisico e psichico, in base al principio per cui il datore di lavoro è tenuto a garantire un ambiente sereno e comunque non pregiudizievole per la salute e la dignità del lavoratore.

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Lara Garlassi