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Tag: successioni

Posso preferire un figlio rispetto all’altro con il testamento?

Ecco un esempio concreto di testamento olografo (scritto a mano) in cui un genitore vuole favorire un solo figlio, restando però nei limiti della legge.

Situazione ipotetica:

  • Il genitore ha due figli (nessun coniuge).
  • Il suo patrimonio totale è di 300.000 euro.
  • La legge impone che i due figli abbiano insieme almeno 2/3 dell’eredità, cioè 200.000 euro100.000 euro ciascuno.
  • Il genitore può disporre liberamente solo di 1/3 dell’eredità (100.000 euro).

Supponiamo che voglia favorire solo il figlio Marco e lasciare il minimo al secondo figlio, Luca.

Esempio di testamento olografo:

(da scrivere a mano, con data e firma)

Io sottoscritto, Mario Rossi, nato a Milano il 5 maggio 1950, dispongo delle mie ultime volontà.

Lascio al mio figlio Marco Rossi, nato a Milano il 10 giugno 1980, la quota disponibile della mia eredità.
Riconosco come miei eredi legittimari i miei due figli, Marco Rossi e Luca Rossi, ai quali spetteranno le rispettive quote di legittima secondo quanto previsto dal Codice Civile.

Milano, 30 aprile 2025
Firma: Mario Rossi

Cosa succede con questo testamento?

Marco riceve:

  • 100.000 euro (sua quota legittima)
  • 100.000 euro (quota disponibile)
  • Totale: 200.000 euro

Si può non lasciare l’eredità ai figli?

In Italia, non è possibile escludere completamente i figli dall’eredità con il testamento, a meno di casi eccezionali. La legge italiana tutela infatti i cosiddetti “legittimari”, cioè:

  • il coniuge,
  • i figli (naturali, legittimi o adottivi),
  • e, in assenza di figli, gli ascendenti (genitori).

Cosa significa questo?

Anche se una persona redige un testamento lasciando tutto a qualcun altro (ad esempio a un amico, a un altro figlio, o a un ente), i figli hanno comunque diritto a una quota di eredità detta “legittima”, che non può essere loro sottratta.

Le quote legittime (esempi semplificati):

  • Se c’è un solo figlio → ha diritto almeno a 1/2 del patrimonio.
  • Due o più figli → insieme hanno diritto almeno a 2/3 del patrimonio.
  • Coniuge + figli → si dividono la quota legittima in proporzioni stabilite dalla legge.

Si può ridurre la quota?

Sì, si può disporre del “disponibile” (la parte non riservata ai legittimari) come si vuole. Quindi si può favorire un figlio rispetto a un altro, oppure un estraneo, ma mai azzerare completamente la quota dei figli.

Unica eccezione: l’indegnità

Se un figlio compie atti gravi contro il genitore (come tentare di ucciderlo, falsificare un testamento, ecc.), un giudice può dichiararlo indegno a succedere, e in quel caso perde i suoi diritti ereditari.

Può il giudice attribuirti un immobile ereditario senza la tua volontà?

La Corte di Cassazione pensa di no!


Il caso è quello di più persone che hanno ereditato alcuni beni immobili non comodamente divisibili in natura.

Uno degli eredi ha chiesto al giudice di assegnargli soltanto alcuni degli immobili costituenti l’eredità mentre gli altri coeredi, pur non opponendosi, non hanno avanzato al tribunale nessuna richiesta di assegnazione dei restanti beni.

Il tribunale ha deciso di assegnare all’erede richiedente gli immobili da lui scelti e al tempo stesso ha assegnato agli altri coeredi, congiuntamente tra loro, i restanti beni ereditari, obbligandoli anche a pagare un conguaglio in denaro.

La Corte di Cassazione ha censurato tale decisione del tribunale, ritenendo che il giudice non abbia il potere di assegnare dei beni ai coeredi senza la loro volontà e che in mancanza di accordo tra gli eredi sull’attribuzione degli immobili debba disporne la vendita.

Infatti, il potere discrezionale del giudice, nella divisione dei beni non comodamente divisibili e caduti in successione, non si estende fino al punto di poter imporre ad un erede un’assegnazione di beni, sia individuale che congiunta, quando essa non sia stata richiesta.

Quindi l’unico rimedio adottabile, quando non c’è accordo tra i coeredi sull’assegnazione dei beni immobili non divisibili in natura, è la vendita dei beni stessi e l’attribuzione del ricavato in base alle quote di ciascuno.